Il presidente della Federazione Industria Musicale Italiana Enzo Mazza si è espresso in modo piuttosto critico nei confronti del “bollino SIAE”, il contrassegno che la Società Italiana Autori ed Editori applica per legge a tutti i supporti discografici fisici venduti nel nostro Paese: definito dal numero uno di FIMI “anacronistico” – in un commento affidato all’agenzia AGI – il bollino avrebbe, secondo Mazza, “da tempo esaurito la propria funzione, essendo il mercato passato al digitale, ma soprattutto perché la contraffazione di CD si è man mano ridotta ai minimi termini”.
“Oggi i prodotti musicali in streaming o in download, oltre il 50% del mercato, non recano per evidenti ragioni il contrassegno”, prosegue Mazza, “Mentre allo stesso tempo i CD ed i vinili con gli stessi contenuti che arrivano tramite e-commerce da paesi esterni ne sono per lo più sprovvisti. L’effetto dell’improvvida decisione della Commissione Bilancio [che così facendo avrebbe perso “l’occasione per dimostrare come burocrazia, incompetenza e spesso anche malafede colpiscano senza pietà le imprese”] sarà di mantenere un onere inutile e gravoso solo per le imprese che hanno stabile organizzazione in Italia, che investono sul repertorio italiano e che producono musica per i consumatori italiani anche su supporto fisico, l’unico gravato dal contrassegno”.

 

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