“Fedez è un ragazzo molto sveglio, e ammiro la sua capacità di prendere posizione. Dote, questa, che non tutti gli artisti hanno”: il presidente di SIAE Filippo Sugar rifiuta la logica del muro contro muro parlando delle recenti esternazioni del rapper milanese, che dal gennaio scorso ha scelto di affidarsi a Soundreef per le attività di collecting e, in una recente intervista a Repubblica, ha dichiarato di voler adire le vie legali per evitare che SIAE continui ad incassare i suoi diritti “in modo indebito” – a suo dire.
“La prima cosa da dire è che Fedez – seppure in parte – resta un nostro associato, dato che la sua società di edizioni, la Zedef, fa riferimento a noi per le attività di collecting”, spiega Sugar: “In secondo luogo, un’opera è inscindibile. Le canzoni cantate da Fedez hanno cinque, sei, sette autori diversi o più, e il nostro compito è quello di rappresentarli tutti. Ecco perché raccogliamo noi i diritti e poi li ripartiamo ai diversi titolari”.

 

Fedez ha sostenuto di non essere riuscito a rappresentarsi personalmente a causa di non meglio specificate intimidazioni ai danni di alcuni attori della filiera che gestiscono la sua attività dal vivo…
“Ci mancherebbe. L’unica cosa che gli impedisce di riscuotere direttamente i suoi diritti è il fatto che le opere non sono sue al 100% ma ci sono altri aventi diritto che SIAE tutela. Nel momento in cui scriverà una canzone da solo, o con altri autori non associati a SIAE, allora potrà farlo. Se invece condivide la proprietà dell’opera con altri aventi diritto e questi si affidano a SIAE, continueremo a gestire l’intera opera, che è inscindibile. Torno a fare l’esempio del condominio: gli inquilini sono tanti, ma non può esserci un’impresa di pulizia addetta agli spazi comuni diversa per ogni appartamento”.

 

Nei cahiers de doléances di Fedez ci sono anche i tempi di ripartizione: dice che i soldi, con voi, li vede dopo due anni…
“E dice un’imprecisione. Tra le cose positive della direttiva Barnier, c’è quella di regolamentare le tempistiche di ripartizioni, e noi siamo completamente adempienti. SIAE in genere paga semestralmente, con un intervallo che – a seconda del tipo di diritto – può andare da sei mesi a un anno. Ma abbiamo sempre concesso anticipi sulla rendicontazione sulla base degli storici dell’associato, che accorciano ulteriormente l’attesa fino praticamente ad azzerarla. Questo, ovviamente, non significa che non si possa fare ancora meglio, e i processi di modernizzazione e digitalizzazione che stiamo intraprendendo vanno proprio in questa direzione”.

 

Nell’intervista a Repubblica Fedez dice che, il giorno del suo passaggio a Soundreef, lei l’avrebbe chiamato cercando di dissuaderlo…
“Sì, l’ho chiamato per cercare di dargli un quadro informativo il più completo possibile, dato che è il mio lavoro farlo. Stiamo parlando di una materia molto complessa, e non tutti gli artisti hanno gli strumenti e la pazienza per sviscerarla da soli, e non per mancanza di acume: il loro lavoro, giustamente, è un altro. Quello che ho fatto è provare a spiegargli che SIAE non è di proprietà di un imprenditore o di un fondo di investimento, ma degli associati stessi. Insieme ai nostri autori abbiamo vinto battaglie importanti per l’intero sistema: siamo riusciti ad aumentare i compensi per la copia privata, ad avviare una lotta contro il secondary ticketing e a focalizzare l’attenzione dell’UE sul diritto d’autore e il fenomeno del value gap, ossia dello sfruttamento iniquo dei contenuti in ambito digitale. Se ci separiamo diventiamo più fragili. Tutti”.

 

Cosa gli chiederebbe, se ne avesse l’opportunità?
“Solo di dedicarmi un po’ di tempo. Stimandolo e considerandolo una persona intelligente, mi piacerebbe che non riducesse una materia così complessa alla semplificazione retorica del monopolista cattivo che tarpa le ali ai competitor, perché altrimenti – ovviamente – saremmo tutti dalla sua parte. Quello che gli sfugge, e che sfugge a chi inquadra la situazione aderendo a questo modello, è che l’attività di collecting non è un mercato, ma un servizio. Se ne facessimo un mercato da una parte penalizzeremmo gli utilizzatori, che non saprebbero più a chi rivolgersi per chiedere le autorizzazioni, dall’altra aumenteremmo confusione e conflittualità riducendo la forza degli autori”.

 

 

Per approfondire http://www.rockol.it/news-674653/siae-risponde-a-fedez-sulle-accuse-riguardo-soldi