Cosa significa? Cosa sta accadendo?
Qualche settimana fa sul numero 3307 di Topolino, nella sezione agenda, accanto all’appuntamento “Filastrocche Per Sentirsi Grandi”, “Profumo di Glicine” e “Gumball Vip Day”, ecco che spuntano i tatuaggi di Achille Lauro, con sotto l’elenco delle date dell’instore tour per la promozione dell’album “1969”.
Ma come, siamo appena usciti da una polemica infinita sull’elenco di morti per droga e abusi vari che è “Rolls Royce”, e adesso ce la ritroviamo su Topolino?
[Tra l’altro, nello stessa ‘agenda’ è segnalato anche la nuova edizione di “Zappa In New York”, per dire…]
C’est la vie, direbbe Achille; è la Dittatura degli Utenti, dico io.
E’ la parte importante di questo movimento organico e imprevedibile che è il gusto delle persone, è l’assenza della ricerca di mercato, è l’imposizione della realtà di mercato. Accadono cose non programmabili grazie proprio alla Dittatura degli Utenti.
Achille Lauro, fino a qualche decina di mesi fa, era il brutto anatroccolo della trap; sbeffeggiato dalla parte più misogina del rap per via del suo ostentato desiderio di inforcare occhiali da donna; ma anche per il tuo aspetto, per il suo stile musicale indefinito (o autodefinito, per un momento, come Samba Trap).
E’ riuscito però a tenere duro, a sacrificarsi, a lavorare sulla sua parte artistica, a trovare la sua voce, a non buttarsi nel vasetto della marmellata della trap.
Ha deciso di essere un artista in un mondo, quello rap, dove la velocità di copiare gli altri per sentirsi parte della scena è pari all’incedere delle rime di Twista.
Poi è arrivato Claudio Baglioni, o chi per lui, che ha intravisto la luce e lo ha portato davanti all’opinione pubblica che si è divisa tra inquisitori è ultrafan.
Non possiamo certo dire che Topolino è un ultrafan di Achille Lauro, ma lo sono i suoi lettori, i bambini dai 6/7 anni fino agli 11/12; quelli che “magari avere la visione candida e pura di un bambino”, “che belli i bambini che riescono a vedere le cose in modo naturale”, “beati i bambini che non hanno sovrastrutture”. Ecco, loro hanno visto in Achille Lauro la sincerità di una persona che pur di dirti quello che pensa si mette a nudo, facendolo con una parafrasi, nascondendo il messaggio dietro a una marca automobilistica.
La sincerità, quindi, è uno dei tre strumenti a vostra disposizione [non tanto per andare su Topolino] per arrivare direttamente nel cuore e nella testa degli Utenti che esercitano la Dittatura.
Siate sinceri con voi stessi, ammettete che vi piacciono le canzoni neomelodiche mentre smetallate con la vostra band trashdeathcorepunk.
Se lo fate, avrete la possibilità di dire qualcosa di unico e di vero, qualcosa che tutti capiranno, anche se poi lo apprezzeranno in pochi (metallizzaare il neomelodico è un’impresa, ma comunque onesta).

 

Quindi sincerità.

 

Gli altri due strumenti?
2. Scrivere una bellissima canzone.
3. Far sapere al mondo che l’avete scritta.
E conservare il primo decino, come Zio Paperone.
Fabrizio Galassi