Scusate, ma non c’era titolo migliore per esporre il problema e trovare la soluzione.

 

Il Problema
La popolarità e la facilità di utilizzo di Spotify lo ha reso lo strumento più importante nell’ascolto musicale. Tra i 100 milioni di utenti c’è un’altissima percentuale di ‘ascoltatori casuali’, ossia coloro che non cercano una particolare canzone o band, ma usano Spotify come sottofondo.
E quando scrivo “un’altissima percentuale” intendo dire che solo il 15% degli utenti ascolta le Curated Playlist.
Il problema arriva nel momento in cui l’ascoltatore casuale genera molti più stream dell’utente mirato, e lo fa verso playlist create appositamente per loro (e in parte per craccare un sistema).
Come ad esempio le playlist create per dormire, spesso formate da più di 200 brani lunghi poco più di un minuto; nate anche per sfruttare l’algoritmo delle piattaforme di streaming, e far in modo che un singolo utente generi un vasto numero di stream (e lo fa anche addormentandosi, nel mentre la playlist genera royalties: geniale!).
Questo è un esempio di come l’ascoltatore casuale sta applicando il concetto della Radio alle piattaforme on-demand.
La disattenzione per la musica vera e propria non sarebbe un problema se questo non portasse ad un abbassamento delle royalties: mentre il consumo aumenta, si abbassa il valore economico generato da un singolo stream.
E indovinate un po’ chi ne pagherà le conseguenze? Il musicista, perché non ha lo stesso catalogo di una major.

 

La soluzione
Qui non c’è nessun mostro da sconfiggere o battaglia da affrontare; gli artisti devono essere in grado di coinvolgere il proprio pubblico sotto molti aspetti differenti.
Essere nelle playlist va bene, ma non può essere una delusione o una mancata opportunità se non piacete ai curators o se il vostro genere è di nicchia. Spotify vi può dare una grande mano, ma è più importante incontrare il vostro pubblico in un house concert, essere presenti come ospiti in qualche radio (anche locale), oppure sviluppare una buona linea di merchandising.
Il vostro pubblico è la vostra arma, è la strategia più importante per la vostra crescita; dovete curarlo e non stressarlo per farlo cliccare su Spotify o YouTube.
Al contrario provate a realizzare voi delle playlist, con canzoni di altri, con cover, con podcast.
Coinvolgete il pubblico creando contenuti che tengano alto l’interesse per voi… ma sia chiaro, la cosa più importante che dovete fare è quella di scrivere le più belle canzoni possibili. Sennò vedrete il vostro ascoltatore fuggire verso la playlist: ‘Suoni naturali per dormire’.

 

 

Fabrizio Galassi