E’ stata la rampa di lancio di tutti i più grandi artisti dell’ultima generazione, dagli Arctic Monkeys a Justin Bieber: il Web, nello specifico Youtube, ha reso democratica la scalata al successo proprio perché offre le proprie chance a tutti, dal protetto della più potente delle case discografiche all’ultimo degli indipendenti che si connette dalla sua camera. Attenzione, però: si deve saper sfruttare le potenzialità offerte dalla Rete, soprattutto alla luce di quelli che sono i diritti dei creatori di opere, che – ovviamente – sono validi anche in ambito digitale.
Con l’estate ormai avviata alla conclusione, abbiamo deciso di realizzare una sorta di vademecum assemblando alcune domande posteci dai lettori / artisti desiderosi di farsi largo sul Web senza però muovere passi falsi…

 

Quanto spetta ad autori ed editori per le utilizzazioni della musica appartenente al proprio repertorio su YouTube?
A differenza di quanto accade per le trasmissioni televisive, dove un singolo “passaggio” in prima serata raggiunge potenzialmente milioni di spettatori, sono molto rari i video di YouTube che raggiungono milioni di visualizzazioni. Ciò significa che di solito i video di YouTube generano “micro-pagamenti” di diritti, che si cumulano fino ad arrivare a importi che sia possibile ripartire e liquidare. Inoltre, i numeri indicati accanto ai video si riferiscono alle visualizzazioni realizzate in tutti i Paesi da quando il video è stato caricato, in pratica – per tornare al paragone con la TV – è come se un programma venisse replicato in molti luoghi più volte.

 

Per ricevere da SIAE le royalties di YouTube è necessario essere associati?
Sì, come in tutti gli altri casi, SIAE riscuote i compensi solo per i brani dei suoi associati e mandanti o per conto di iscritti a società che SIAE rappresenta in Italia, a cui provvede a ripartirli.

 

Quali Paesi copre l’accordo stipulato tra SIAE e YouTube?
Come nel caso di altre licenze multi-territoriali, l’accordo tra SIAE e YouTube copre diversi territori. Oltre allo streaming in tutti i Paesi dello spazio economico europeo, SIAE rendiconta le visualizzazioni in molti altri Paesi tra i quali, ad esempio, Russia, Turchia, Israele, Emirati Arabi, Sudafrica, India, Nigeria, Kenya . L’accordo riguarda le Opere Musicali e, limitatamente all’Italia, l’equo compenso per le Opere audiovisive.

 

Quanto spetta ad autori ed editori per le utilizzazioni della musica appartenente al proprio repertorio su YouTube?
A differenza di quanto accade per le trasmissioni televisive, dove un singolo “passaggio” in prima serata raggiunge potenzialmente milioni di spettatori, sono molto rari i video di YouTube che raggiungono milioni di visualizzazioni. Ciò significa che di solito i video di YouTube generano “micro-pagamenti” di diritti, che si cumulano fino ad arrivare a importi che sia possibile ripartire e liquidare. Inoltre, i numeri indicati accanto ai video si riferiscono alle visualizzazioni realizzate in tutti i Paesi da quando il video è stato caricato, in pratica – per tornare al paragone con la TV – è come se un programma venisse replicato in molti luoghi più volte.

 

Come si controllano le utilizzazioni di YouTube?
Il contratto prevede un complesso e articolato sistema di scambio delle informazioni sulle opere musicali contenute nei video. A ciascun video di YouTube sono associate le relative informazioni (i cosiddetti metadati), di solito fornite da chi carica il video. Per i video ufficiali i metadati sono forniti dal produttore fonografico, insieme al file musicale. SIAE, inoltre, interviene autonomamente o su segnalazione, inserendo i dati mancanti sulle opere dei suoi associati attraverso il Content Management System di YouTube e rivendicando i titoli che sono riportati dalla stessa YouTube nei suoi report trimestrali.

 

Con 900 milioni di utenti, Youtube è il più potente network audiovisivo di tutto il mondo: in ambito musicale, la fruizione audio e/o video da una piattaforma di public sharing – come, appunto, Youtube – di un singolo brano (se non quando intero album o concerto live) può sostituire a tutti gli effetti la fruizione di prodotti ufficialmente distribuiti dalla filiera musicale. Per dare un riferimento, uno studio commissionato da SIAE a Roland Berger – “Il contenuto culturale nell’ambiente on-line: come misurare il trasferimento di valore”, 2015 – ha stimato che nel 2013 il 59% delle visualizzazioni YouTube in Italia era riferito a contenuti di tipo musicale.

 

Se, da un lato, la Rete ha facilitato l’espansione del consumo di musica, dall’altro gli artisti e gli autori hanno visto decrescere il valore riconosciuto al loro lavoro. E’ certamente positivo il livello di condivisione e di partecipazione dei consumatori di musica grazie alle piattaforme digitali ma rispetto agli enormi profitti generati, la remunerazione dei creatori dei contenuti è ancora bassa. Per questa ragione il diritto d’autore su Internet è un tema particolarmente caldo, sotto la lente delle Istituzioni nazionali e UE, degli intermediari tecnologici e delle società di collecting come SIAE, che è impegnata in prima linea per combattere il value gap anche grazie all’hub internazionale Armonia, che ha contribuito a fondare nel 2013 insieme alla tedesca GEMA, alla francese SACEM e alla spagnola SGAE.

 

Per approfondire http://www.rockol.it/news-677407/diritto-d-autore-e-musica-internet-youtube-guida-siae-faq-18