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Alla fine l’ha ammesso anche lui, Lyor Cohen, capo del dipartimento musicale di Youtube, che un “certo distacco” tra la nota piattaforma di media sharing e “l’industria discografica” esiste: il manager, con un lungo post pubblicato sul suo blog personale, ha analizzato le criticità esistenti tra le etichette e i management e il gigante controllato da Google, senza dimenticare, ovviamente, il complicato nodo del value gap.
“Capisco che la discografia sia scettica nei nostri confronti”, ha spiegato Cohen: “Del resto l’industria musicale ha sposato in ritardo la filosofia degli abbonamenti, e Youtube per molto tempo si è concentrata solo sulla pubblicità. Dobbiamo dimostrare la nostra credibilità nel commutare i nostri utenti in abbonati. Da quando sono qui, sono stato incredibilmente incoraggiato da quello che ho visto”.
Cohen, in particolare, ha citato il recente accordo con Warner Music come una mossa tangibile nell’ambito di un piano di transizione verso la fruizione (anche) in abbonamento, che potrebbe – tra l’altro – vedere YouTube Red e Google Play fondersi in un’unica entità. Il manager, tuttavia, non ha affatto demonizzato la fruizione gratuita del servizio. Anzi:
“Alcuni pensano che la pubblicità sia la morte della discografia, ma non è vero. La morte è la morte. L’irrilevanza è la morte. I fan privati di musica nuova è la morte. Il tempo passato a Youtube mi ha convinto che la pubblicità sia una potente arma per far crescere l’industria musicale”.
Cohen è poi andato dritto al punto, affrontando apertamente il tema del value gap: “Chi ci critica si lamenta perché noi non paghiamo i singoli passaggi streaming come Spotify e Pandora. Ma un singolo passaggio è solo un passaggio. Ho guardato io stesso i numeri: con oltre 3 dollari ogni mille passaggi negli Stati Uniti, Youtube paga di più di qualsiasi altro servizio streaming. E perché nessuno lo nota? Perché Youtube agisce sul mercato globale e i numeri che fa registrare vengono diluiti dagli introiti più bassi provenienti dai mercati in via di sviluppo: ma le quote di retribuzione saliranno presto anche lì, e se il sistema funzionerà l’industria musicale potrebbe raddoppiare già nei prossimi anni”.
“Lo status di safe harbor è diventato un’ossessione”, ha poi spiegato Cohen: “Non sto ripetendo a memoria la linea della mia società quando dico che concentrarsi sul diritto d’autore in un contesto di safe harbor è una distrazione. Lo status di safe harbor aiuta piattaforme come Youtube, Facebook, Soundcloud e Instagram a dare voce a milioni di artisti in tutto il mondo, rendendo l’industria musicale più viva e dinamica”.

 

Per approfondire http://www.rockol.it/news-677686/youtube-lyor-cohen-apre-alla-discografia-e-parla-value-gap